Di seguito, un pensiero scritto per Salvatore Falbo, socio di Azione Cattolica e Presidente Parrocchiale di Santa Croce (Catanzaro) per 12 anni, salito al Padre il 24 Aprile.

“Caro Salvatore,
quel che c’è in seguito non è tutta farina del mio sacco, ma nasce da un tam-tam di amici, i tuoi amici, l’AC parrocchiale ed il Consiglio e la Presidenza di AC Diocesana, che vogliono ricordarti usando le parole di V. Bachelet: “L’Ac è una realtà di cristiani che si vogliono bene e lavorano insieme nel nome del Signore, che sono amici…essendo sempre più un cuor solo ed un’anima sola..”
E’ un mosaico dei pensieri che in questi giorni i tuoi amici hanno tributato.

A chi ti scrive, non tanto tempo fa su FB, fra i primi, sempre attento, sempre pronto a percepire il bisogno altrui, dicevi: ”Vi sono vicino nel dolore nel ricordo di mamma, un caro abbraccio per la famiglia”…e poi, vengo a sapere del tuo cammino verso il Golgota…ed allora l’accostamento con il Cristo che, rivolgendosi al buon ladrone lo rassicura dicendogli : ”non temere ti sono accanto” diventa la TUA prova di una testimonianza di vita.

Ti sei congedato in silenzio, com’era nel tuo stile, uomo d’altri tempi, raro esempio di persona per bene. Sì Salvatore perché questo tu sei, non eri: Marito, Padre, Nonno affettuosissimo, lavoratore e, come socio e Presidente parrocchiale di Azione Cattolica per 12 anni: Laico testimone di Cristo nel mondo, anzi, non socio di Azione Cattolica ma tu stesso, Azione Cattolica, ossia infaticabile ed umile operaio in quel campo del Signore che è la vita, laico nel mondo, non del mondo e sempre al passo con i tempi, sempre aggiornato e pronto a tenere i contatti ed a rinsaldarli anche con i nuovi strumenti.
Hai dato tanto, a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarti, ti sei speso, sei stato un dono che questa comunità, il quartiere e la città hanno avuto, forse queste righe sono l’egoismo di chi vuole a tutti i costi salutarti, ma la tua vita non può essere taciuta, altrimenti resta solo lo strappo del cuore dal quale sgorgano: sangue, lacrime, dolore ed ancora ricordi, parole e sorrisi di una struggente malinconia, le cose belle come la tua vita, vanno cantate come una preghiera.
Qualche giorno fa scrivevo che è l’amore la chiave della vita, è un’immensa eredità, Anna, Claudio, Rossella, Laura, Voi lo sapete già, non dico cose nuove, ma qui, tutti noi, siamo suoi eredi d’amore e lui è vivo anche se ha lasciato la sua dimensione terrena. Salvatore camminerà sulle nostre gambe, ed i suoi ideali batteranno nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, tutti quelle “bamboline” e quei “giovanotto” come ogni tanto ci apostrofava, che ha accolto sotto le sue ali d’angelo; tutti quei ragazzi che timidamente dicevano “Signor Falbo…” ed in cambio ricevevano la tua disarmante risposta: ”Salvatore ti dissi, il Signore è solo uno…” Uno di noi, un amico, uno dei tanti papà che guarderanno i loro figli da lassù.
Ho riletto i tuoi puntuali “post” nelle ricorrenze ed i pensieri che sovente dedicavi il 25 aprile ed il 1° maggio date importanti per un laico cristiano ed un lavoratore, affinché non si dimenticasse mai da dove veniamo.
Ricordo ancora, un 1° maggio del 1984 o 1985 credo, una gita a parrocchiale a Mongiana, il giorno in cui vidi te e la tua famiglia per la prima volta…e la tua golf beige, segno indistinguibile, tra gli altri, della tua presenza in parrocchia.. Salvato’ chi stai facendu? “eehh mintimu a postu st’impiantu p’a’ recita dei guagliuni. Salvato’ chi fhacimu mo’?
Ed ancora le tue attenzioni verso le nuove generazioni, verso i nuovi nati e le nuove nate di questa Parrocchia, con quella tenera preoccupazione di padre e di nonno dettata dal timore che i giovani non si allontanassero dalle vie degli ideali, la rettitudine, l’onestà, l’altruismo, la necessità che ognuno di noi, guardando negli occhi un altro uomo, potesse scorgere lo sguardo di quel Cristo che oggi sei andato ad abbracciare.
Salvatore quell’impianto di cui parlavo prima, ancora c’è, ed ha illuminato i passi di tanti altri ragazzi e bambini, che ancora oggi abitano queste mura grazie alla tu semina… tra poco scendo giù e lo accendo a palla, se tu dovessi vederci, ma ci vedrai, oh sì se ci vedrai, accendi stanotte un stella in più, che si veda bene, illuminerà le notti più buie e fredde, così che noi adulti, forse tante volte inadatti o immaturi per il ruolo che la vita ci ha assegnato, potremo rileggere il tuo insegnamento e trasmetterlo alla nuove generazioni, così bisognose ed affamate d’amore e di esempi.
Grazie Salvatore, per esserci stato, grazie a Dio per averti donato a noi, un bacio da tutti, ma proprio tutti e permettimi ora di salutarti con le parole di San Paolo: Hai combattuto la buona battaglia, hai terminato la tua corsa, hai conservato la fede. Ora Ti resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, Ti consegnerà in quel giorno; e non solo a Te, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
Ciao Salvatore.”