L’anno liturgico da poco iniziato porta in dono all’Azione Cattolica per quest’anno un tempo di rinnovato impegno a servizio della Chiesa. E quale miglior occasione se non il periodo dell’Avvento per riflettere e pregare sul senso e sull’importanza di una chiamata che ogni anno si rinnova e chiede la nostra totale adesione a Cristo, che nel Natale si Dona a noi, ancora, in eterno.
Nel pomeriggio di sabato 14 dicembre, il settore adulti dell’AC, si è così ritrovato, in un momento di respiro diocesano per riflettere e prepararsi all’Avvento del Salvatore, presso il Convento di San Gregorio di Stalettì dove tutti i partecipanti sono stati accolti dai soci della comunità parrocchiale di Stalettì e che in pieno stile di famiglia è stato condiviso anche il tempo del pranzo, scelta finalizzata a rinsaldare e ravvivare proprio quei legami di amicizia e di “famiglia” che l’AC è portatrice da sempre.
Si è poi proceduto quindi all’ascolto della riflessione proposta dal nuovo assistente diocesano del settore adulti, don Ferdinando Fodaro, che partendo dal vangelo della domenica,incentrato sulla figura del Battista ha sottolineato diversi aspetti qui di seguito riassunti.
Innanzitutto ha sottoposto ai partecipanti una lettura interpretativa del senso letterale del brano La predicazione di Giovanni è uguale a quella di Gesù: annuncia la venuta del Regno! Quindi il Battista si interroga sull’identità di Gesù perché il suo annuncio non combacia con l’azione di Gesù; «colui che viene» a compiere il giudizio di Dio agisce diversamente! Alla domanda di Giovanni, Gesù si presenta come il Messia elencando i segni desunti da alcuni testi del profeta Isaia (Is 35,5-6; 26,19; 61,1) e invita il Battista a prendere atto di una nuova realtà. Segue un elogio di Giovanni da parte di Gesù che vuole far capire l’importanza della sua figura. Egli presenta Giovanni non come una banderuola, come un opportunista che si piega a tutte le situazioni ma come colui che è spinto solo dallo Spirito di Dio. Giovanni è più che un profeta: è la soglia tra le promessa di Dio (AT) e il suo compimento; in lui la storia precedente confluisce per sfociare nel suo compimento.
Rileggendo poi il testo in chiave allegorica, la risposta di Gesù agli inviati di Giovanni sembra dirci: «Io sono colui che vedi attraverso ciò che faccio»; la Salvezza è accogliere Lui che viene così come si rivela e non come lo vorremmo noi. Questo non era il Messia che Giovanni aspettava e Gesù lo invita a rimettere in discussione le convinzioni teologiche e religiose che si era fatto. Ma il giudizio di Gesù su Giovanni Battista, che rappresenta il mistero dell’uomo davanti al mistero di Dio, è comunque un elogio per la sua autenticità e per l’austerità della sua vita. Con lui si conclude il tempo delle promesse di Dio e arriva il tempo del compimento.
Da un punto di vista morale, il brano ci presenta un Dio che parla in maniera diversa da come ci aspetteremmo: non si comporta secondo le nostre ragionevoli previsioni e questo per noi è un invito a convertirci e rivedere la nostra idea di Dio come il Battista. Occorre disporci ad accogliere un Dio diverso, che mette in discussione le nostre idee e i nostri schemi, quasi una maturità nuova con cui vivere la nostra fede. Purificando continuamente e accuratamente la nostra idea di Dio, saremo spinti ad uno stile di relazionare nuovo. Inoltre, la presentazione che Gesù fa di Giovanni è uno stimolo per ciascuno di noi, ad essere uomini e donne autentici e non piegati, dall’opportunismo e dall’interesse, al potere e all’individualismo.
E’ questo l’impegno che ci ha lasciato la meditazione suggellata da un breve ma intenso momento di Adorazione silenziosa del Santissimo Sacramento, al quale è poi seguita la celebrazione della SS. Messa con la Comunità parrocchiale di Stalettì che ha così concluso un pomeriggio di intensa spiritualità vissuto da tutti i partecipanti.
Giorgio De Caro
Vice-presidente diocesano Settore Adulti