
di Manuel Cafasi
Partire per una nuova esperienza non è mai semplice e nasconde dietro di sé tanti dubbi, incertezze ma può regalare prospettive nuove, ricordi indelebili. Ed è quello che lascia questo Campo ACR un’esperienza inaspettata sia per chi era alla prima esperienza, sia per coloro che sanno bene cosa rappresenta questo momento all’interno del nostro anno associativo e non solo, ma anche e soprattutto nel nostro quotidiano. Sensazioni inaspettate un po’ come il rapporto col nostro compagno di viaggio di quest’anno Elia, perché seppur il nome non fosse nuovo a nessuno dietro la figura del Profeta c’è qualcosa di più e qualcosa di più vicino a noi… Nonostante i millenni di distanza dietro questa figura Biblica apparentemente così distante si nasconde un uomo come noi e con emozioni simili alle nostre. Abbiamo approfondito tante sfumature ed episodi della sua vita, a volte non molto conosciuti e riscontrato sensazioni simili alle nostre. Il Profeta è un uomo che accetta seppur pieno di dubbi di fidarsi del Signore che lo chiama a non temere, a resistere in momenti difficili come carestie e siccità, a fronteggiare i giudizi dei pagani del luogo sostenitori della loro divinità, a sopportare la violenza e l’arroganza dei potenti Re ma sempre saldo nella sua scelta e nell’ascolto della missione del Signore ; ossia di farsi profeta, voce di Dio fino all’ultimo giorno tramandando la sua missione al suo successore Eliseo che continuerà a mantenere viva la parola di Dio.
Anche noi nel nostro piccolo abbiamo riscontrato analogie nel rapporto di Fede che ci chiama al coraggio, alla fiducia nel Signore anche nei momenti più difficili ,al fronteggiare il giudizio e le critiche di chi non è vicino alla Fede senza fermarci mai diventando anche noi nel nostro piccolo dei successori di Elia un po’ come Eliseo, missionari e profeti della parola di Dio a partire dal più piccolo dei ragazzi fino ai più grandi, agli educatori e ai Responsabili ACR Sonia Fera e Gaetano Viscomi, e all’assistente ACR Don Nicola Ierardi.
Oltre a questi insegnamenti questo campo ci lascia anche tanti altri bei ricordi, nuove conoscenze e vecchi legami che si rinsaldano ancora di più in quei giorni. Perché il Campo ci permette di vivere momenti speciali di condivisione col gruppo che raramente troviamo nel quotidiano poiché presi dai mille impegni non è mai facile dedicarsi per tanto tempo a conoscere meglio l’altro. Non si riesce a staccare dalle solite distrazioni, non si vivono a pieno i momenti e non ci si arricchisce tanto come durante questi giorni. Momenti di gioia, di crescita, di famiglia. Si, perché in momenti come questi ricordiamo ancora con più forza la potenza dell’AC che ci fa sentire famiglia ed è famiglia dal primo giorno in cui ci entri a far parte. Una famiglia dove il più grande è sempre disponibile e presente nei momenti del più piccolo, dove a prescindere dalle fasce d’età i principi che ci fanno innamorare della nostra Associazione sono sempre gli stessi. Ciò è stato testimoniato ancora una volta da un bellissimo momento quale la visita della nostra Presidenza Diocesana pressoché al completo e dei signori Mauro per condividere con i fratelli “più piccoli “di AC la cena e una bella serata insieme per ricordarci la grande forza di questa Famiglia.
La signora Mauro ha così raccontato la serata trascorsa con noi: << Giorno 8 Agosto è San Domenico, l’onomastico del mio figlio più piccolo che è a Torre con la sorella maggiore Elena per il tanto atteso campo ACR. Arrivati a Torre abbiamo trovato i ragazzi in pieno gioco e poi siamo stati invitati a partecipare alla cena, ritrovando la nostra famiglia al completo grazie anche all’arrivo a sorpresa del figlio maggiore Giovanni. Quella pizza aveva il gusto della gioia semplice, ma per me anche il gusto speciale di vivere per qualche ora un’esperienza significativa e positiva nel corso di più di dieci anni per tutti e tre i miei figli quella sera stranamente e felicemente seduti insieme intorno a quel tavolo.>>
Per concludere oltre ai bellissimi momenti di attività, deserto, giochi e tutto il resto c’è una cosa grande che ci portiamo a casa e che ci ricarica per le nostre nuove avventure quotidiane o nelle nostre parrocchie rappresentate al campo quali San Vito Martire, Sant’Anna, San Roberto Bellarmino, Madonna di Porto Salvo, Santissimo Salvatore.
Questa cosa grande era davanti ai nostri occhi già sulla locandina del campo ed era il tema del campo stesso, quelle due parole il Fuoco e la Brezza simboli del profeta Elia che lo accompagnano nella sua ascesa al Cielo sul carro, dopo aver affidato la missione ad Eliseo.A Campo finito possiamo dire che quelle due parole sono la forza stessa dell’ACR capace di far giungere il Fuoco, la forza grande della parola di Dio, ma allo stesso tempo vivendo di Brezza, di momenti di allegria e gioco, di leggerezza e in compagnia. Ma tutto questo sempre guidati dalla Fede, e nessun momento può spiegare meglio questa magia rispetto al Campo Scuola e rispetto all’Azione Cattolica…